Altro
Parto dal presupposto che la persona che chiede il mio aiuto abbia un bisogno molto grande: stia soffrendo e vuoglia essere aiutata a stare meglio, di qualunque problema si tratti.
Io so bene che quella persona non è un’etichetta diagnostica, né un disturbo allo stato puro da manuale, ma è incredibilmente molto di più e soprattutto sta male e chiede aiuto. Anche se il suo caso non rientra il più delle volte nella nosologia scientifica riconosciuta, ma anzi, spesso presenta tratti misti e confusi che appartengono a disturbi diversi.
Il mio compito allora è quello di comprendere quale sia il suo bisogno, quali siano le sue aspettative, quali i tratti che caratterizzano la sua personalità, e in quale modo essi funzionino o non funzionino più.
Ogni persona nella sua complessità umana, con qualunque disturbo, può essere aiutata a farvi fronte e sostenuta nel trovare un nuovo equilibrio verso il benessere. La primissima fase del mio lavoro è dunque uno studio “matto e disperatissimo” per comprendere in profondità la persona che ho di fronte prima di procedere ad un percorso per il suo cambiamento.